Stagioni concertistiche » Achivio » Notturni in Villa - XXII Edizione 2015
Great Music Made in Italy
XXII EDIZIONE
Castello Sforzesco
Cortile delle Armi
Milano
16.07.15-07.08.15
Uno spettacolo che vuole essere un grande affresco sonoro e visivo dell’epoca di Leonardo da Vinci e degli Sforza, un programma che si ispira alla Festa del Paradiso commissionata per le nozze di Isabella d'Aragona con Gian Galeazzo Sforza nel 1490 da Ludovico il Moro a Leonardo e della quale fu lui stesso ideatore, scenografo e come si direbbe ora, produttore esecutivo.
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LETIZIA DRADI, LILIANA BARONIO, SIMONA PASQUALI, FRANCESCO PICCINELLI, EMANUELE TIRA, danza; ROBERTO QUINTARELLI, contraltista, danza; MATTEO PAGLIARI, flauti diritti, traversa, cornamuse; LUCIO TESTI, ciaramelli, bombarde, storte; FEDELE STCCHI, trombone rinascimentale; MASSIMO MAZZA, percussioni; FRANCESCO ZUVADELLI, organo positivo, ghironda; DOMENICO BARONIO, liuto, chitarrino
Con la partecipazione dell’Ensemble di Danze Antiche TRIPUDIANTES DOVARENSIS.
Si era soliti nelle grandi corti rinascimentali italiane rendere omaggio agli illustri visitatori stranieri realizzando feste e spettacoli dove si danzava anche secondo le movenze e lo stile del paese dell'ospite. A Milano presso la corte di Ludovico il Moro, Leonardo da Vinci si trovò a realizzare uno di questi eventi festivi in occasione delle nozze di Isabella d'Aragona con Gian Galeazzo Sforza nipote del Moro. Fu la rinomata Festa del Paradiso della quale Leonardo fu ideatore, scenografo e come si direbbe ora, produttore esecutivo. Molte delle alleanze politiche passavano attraverso matrimoni coi quali le grandi casate di alleavano tra loro. In questo caso la sposa che proveniva da Napoli rappresentava la cultura spagnola mentre la corte sforzesca aveva forti legami con la vicina Francia.
Vestire e ballare alla francese a Milano era già prassi comune durante il regno dei Visconti, ma in particolare Beatrice d'Este sposa di Ludovico e duchessa di Milano padroneggiava bene lo stile francese come testimoniato da un ignoto cortigiano che di lei scrive alla duchessa di Borbone: “et fit danser à la mode de France avec plusieurs des ses femmes...”.
Nei trattati dei maestri di danza questa varietà di stili di danza è ben rappresentata, nei manoscritti relativi a Guglielmo Ebreo da Pesaro sono infatti contenute alcune danze “alla francese” e un famoso documento borgognone, il Manoscritto di Bassedanze di Margherita d'Austria, presenta il corrispondente repertorio d'oltralpe con interessanti citazioni italiane.
Il programma dello spettacolo racchiuderà in sé questo prezioso mondo musicale e artistico, grazie al quale per il pubblico si dischiuderanno le porte del Castello e della sfarzosa corte sforzesca.
Letizia Dradi?2015
“Fu tanto raro e universale, che dalla natura per suo miracolo esser produtto dire si puote: la quale non solo della bellezza del corpo, che molto bene gli concedette, volse dotarlo, ma di molte rare virtù volse anchora farlo maestro. Assai valse in matematica et in prospettiva non meno, et operò di scultura, et in disegno passò di gran lunga tutti li altri (…) Fu nel parlare eloquentissimo et raro sonatore di lira ...”.
Leonardo Da Vinci oggi gode della fama universale come pittore e geniale inventore, ma nel suo tempo fu altrettanto rinomato come musicista di talento, come parrebbe confermare la citazione dell’Anonimo Gaddiano sopra riportata.
Pur risultando l’attività musicale del grande scienziato, come altri aspetti della sua vita del resto, enigmatica e avvolta da mistero, alcuni documenti lasciano intravedere sia attività musicale che coreutica.Sonatore di liuto e di una lira da braccio -naturalmente di sua invenzione, con sette corde, simbolo dei sette pianeti che producono l’“armonia delle sfere”- certamente sapeva di danza.
E’ un tempo, il suo, in cui l’arte “che si va consumando mentre ch'ella nasce”, come egli la definisce, vive una stagione di incredibile ricchezza, con i capolavori che si susseguono in un crescendo affascinante e stupefacente: l’esperienza umanistica produce un’arte coreutica raffinata, elegante, codificata in forme scritte ben precise da grandi Maestri come “..lo spectable e nobele cavaliero Messer Domenichino Piacentino, magister di buone maniere et del danzare ..." ed il suo più celebre allievo “MagisterGuglielmi Hebraei Pisauriensis”, autori di libri - cui peraltro attingiamo a piene mani - ritenuti autentiche pietre miliari della storia della danza. Il programma, senza alcuna pretesa esaustiva, propone una sorta di “viaggio ideale” nella musica e nella danza in uso nella Milano di Leonardo con lo scopo di evocare ambienti, suoni e immagini di quel tempo.
Domenico Baronio?2015